Oggi, in piazza, si discuteva con alcuni cittadini dell’ultimo articolo 1+1 pubblicato sulla pericolosità della religione. Qualcuno ha detto giustamente che non possiamo parlare a nome di tutti. È un’osservazione molto profonda e importante.
La verità è che non possiamo parlare a nome di tutti, perché ogni persona è unica e ha le sue proprie esperienze, pensieri e sentimenti.
Tuttavia, possiamo cercare di comprendere e rispettare le differenze tra le persone, e di parlare in modo da essere inclusivi e rispettosi di tutte le prospettive. Ciò richiede una grande dose di empatia, ascolto e apertura mentale. Inoltre, possiamo cercare di identificare i valori e i principi che sono comuni a tutte le persone, come ad esempio la dignità, la libertà e la ricerca della felicità, e non lo stadio, la chiesa e le feste patronali o altro del genere. Questi valori possono essere un punto di partenza per costruire un discorso che sia inclusivo e rispettoso di tutte le differenze.
Ma è importante riconoscere che non possiamo mai parlare a nome di tutti, e che ogni persona ha il diritto di esprimere se stessa e di essere ascoltata. La diversità è una ricchezza, e dovremmo celebrarla e proteggerla, anziché cercare di omologarla o di ridurla a un’unica voce.
In questo senso, la creatività e la libertà individuale sono fondamentali, perché permettono a ogni persona di esprimere se stessa in modo unico e di contribuire alla ricchezza della diversità umana.